giovedì, febbraio 15, 2007

Una calda estate...



Il Froggy Team nasce sulla strada, o meglio, nasce per strada, su quella strada che percorro quasi ogni giorno e che mi porta in centro a Padova, per andare all’università, per andare a bere lo spritz, per andare a trovare gli amici…era una giornata caldissima di un’estate che non voleva finire, in un settembre in cui la poca voglia di fare veniva totalmente annientata dal clima che continuava a ricordarmi le notti magiche dei mondiali, le serate in spiaggia a Zante e le gite in barca a vela, quando Mattia, o meglio Bam Bam come lo chiamiamo noi, mi propose di scroccare un piatto di spaghetti al bar della mia ragazza…niente di meglio che un pranzo da re, serviti e riveriti, con magari caffè, sigaretta e amaro per concludere, e la voglia di recuperare quei due esami di Inglese se ne sarebbe andata totalmente…almeno per il momento! Ma se gia la sorte aveva deciso, noi con la nostra indolenza gli stavamo dando una mano: io, che all’alba delle 11 mi ero appena alzato dal letto, dopo essermi buttato addosso jeans e camicia (rigorosamente di lino vista la temperatura esterna!), arrivato in garage, e vista la mancanza della vespa 125 nuova, rubata da mio padre come al solito, volevo mettere in moto il maggiolino, il mio orgoglio bianco e nero, cabrio...il mezzo ideale per la calura cittadina di Padova…c’era qualcosa che non mi tornava però, qualcosa in cui ero inciampato appena messo piede in garage: un moscerino, o meglio un vespino verde acido, che da quattro giorni sonnecchiava li, ennesimo “intrigo” di una rimessa che traboccava di cianfrusaglie e pezzi di ricambio. Fatto sta che, fosse il caldo o l’alcol della serata precedente non lo so, in meno di un secondo ero in sella a quell’insetto: vespa 50 verde acido, appena riverniciata da mio padre, rigorosamente originale, anzi quasi penosamente originale…fatto sta che da casa fino al bar Bam Bam non ha fatto altro che insultarla per la sua lentezza, oltre che per il colore! E fino a qui tutto ok, se non fosse che a causa della sua lentezza ci siamo accorti di una cosa, o meglio mi sono accorto di una cosa: che quel procedere a rilento mi dava tutto il tempo di fare cose che il mondo frenetico dei giorni nostri non mi lasciava più fare, come guardare tutto quello che si muove attorno a me, la gente, le auto, e mi ha fatto riscoprire scorci di Padova dove, vuoi per i blocchi del traffico, o per le zone pedonali o riservate ormai si può sgattaiolare solo con un vespino…e poi volete mettere: caschetto jet aperto, l’aria fresca sulla faccia, sigaretta in bocca..ah ah ve le sognate voi poveri possessori di scooter ipertecnologici e superveloci…